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LO STRESS


Per stress si intende il processo di reazioni psicofisiche che si mettono in moto nell'organismo per rispondere ad agenti più o meno disturbanti e di varia natura. Questo termine venne utilizzato per la prima volta dal medico austriaco Hans Selye, dopo alcuni esperimenti effettuati su topi, si rese conto che era possibile osservare degli effetti generali sull'organismo che dipendevano dall'atto di iniettare una sostanza nociva, più che dalla natura stessa della sostanza (Selye, 1936). Da queste osservazione intuì l’esistenza di una risposta fisiologica generale che si otteneva in presenza di stimoli ambientali disturbanti, questa risposta prese il nome di sindrome generale di adattamento (SGA).


Per rendere meglio l’idea di come l’organismo venga messo sotto pressione da queste condizioni Selye, nella sua pubblicazione del 1955, prese in prestito il nome stress, un termine legato alla metallurgia, che rappresentava al meglio questa contemporanea condizione di sforzo e di tensione. Selye, e successivamente anche Lazarus e Folkman, nella loro pubblicazione del 1984, specificarono che la risposta allo stress non è dovuta solamente con sollecitazioni o disturbi negativi, anche interferenze positive eccessive e inaspettate possono creare le medesime condizioni. La differenza sta nel fatto che gli stressor vissuti in maniera positiva stimolano l’individuo all'azione e generano maggiore vitalità; mentre gli stressor che creano un senso di inadeguatezza nel soggetto per rispondere agli stimoli ambientali generano risposte fisiologiche negative e dannose nel soggetto, consumando le sue energie fisiche e mentali. Queste due condizioni vengono chiamate rispettivamente eustress e distress (De Paola, 2017).


Generalmente quando quotidianamente si sente parlare di stress, ci si riferisce alla condizione negativa di tensione e frustrazione tipica del distress. Sono molti gli effetti che lo stress provoca nell'organismo, secondo l’istituto nazionale di psicologia e psicoterapia comportamentale e cognitiva (IPSICO) è possibile dividerli in sintomi fisici, come mal di testa o problemi di sonno; sintomi comportamentali, come l’abuso di sostanze alcoliche e alimentazione compulsiva; sintomi emozionali, come ansia, nervosismo, tensione o rabbia; sintomi cognitivi, come poca lucidità, pensieri di fuga, eccessiva preoccupazione o problemi di memoria. I disturbi psicosomatici, la depressione, il disturbo bipolare, i disturbi d’ansia, i disturbi della sfera sessuale e dell’alimentazione sono disturbi psicologici che si correlano allo stress. La dottoressa Elissa Epel, insieme alla dottoressa Elizabeth Blackburn, nel 2004 ha pubblicato uno studio che dimostrava come lo stress influenzasse in negativo la riproduzione cellulare agendo sul enzima telomerasi, accelerando l’accorciamento dei telomeri e velocizzando l’invecchiamento cellulare. Risulta chiaro che lo stress apporta delle modifiche nell'organismo allo scopo di stimolarlo ad agire e tenerlo pronto all'azione.


Queste modifiche sono principalmente a carico del sistema nervoso autonomo simpatico e del sistema endocrino attraverso l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA). Infatti il sistema simpatico è deputato alla preparazione dell’organismo all'attacco o alla fuga. L’HPA è responsabile della liberazione nell'organismo di ormoni che, agendo sugli organi, provocano una sensazione di allarme e risposte di paura nell'individuo. L’ipofisi, dopo una segnalazione proveniente dall’ipotalamo in presenza di un fattore di stress, libera l’ormone adrenocorticotropo (ACTH), che arrivato alle ghiandole surrenali stimola la produzione di corticosteroidi che raggiungono gli organi per prepararli a reagire al pericolo(Comer, 2017).



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